Un problema che ci
prende per la gola!
COMUNICATO STAMPA
A.S.E.T.R.A. (Associazione di Studi
Etologici e Tutela delle Relazioni con gli Animali) vuole segnalare l’esistenza di un problema misconosciuto
ma concreto: quando si monta un collare a strangolo e si agisce strattonando,
si ottiene lo scorrimento di un cappio che si stringe attorno al collo
impedendo il passaggio dell’aria e sottoponendo il cane a disagio o a dolore,
suscitando in lui un sentimento di paura e/o sofferenza. Non certo il tipo di
emozione che vorremmo il nostro amico provasse quando prendiamo in mano il
guinzaglio.
Poiché oggi sempre più spesso i proprietari
si affidano a educatori cinofili o addestratori e molte sono le segnalazioni
che riceviamo in proposito all’uso di metodi coercitivi o brutali, di cui il
collare a strangolo è solo uno dei più diffusi, occorre allora che i
proprietari stessi prendano coscienza di quello che viene fatto ai loro
animali e che può danneggiarne non solo il fisico, ma anche e soprattutto
l’equilibrio psichico.
È necessario rifiutare che vengano usati
metodi e strumenti che possano recare dolore o spaventare gli animali. La violenza
non è mai giustificata.
I proprietari potranno trovare ulteriori e
più specifiche informazioni sul sito www.asetra.it
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I collari e il loro
uso
Quando un proprietario
entra in un negozio di articoli
per animali e guarda
verso la parete dove sono
esposti i collari, vedrà che la gran parte sono costituiti
esposti i collari, vedrà che la gran parte sono costituiti
da un cordone,
tessuto o cuoio, oppure una catena e, a ciascuna estremità, un anello. Questi
collari possono essere poi collegati al guinzaglio legando i due anelli fra
loro (il che formerà un cerchio di dimensione fissa) oppure formando uno
scorsoio (che costituisce un cappio): agganciando il guinzaglio sul capo
scorrevole si otterrà l’azione di “strangolo” o “strozzo” con cui la metodica
viene chiamata riferendo all’evidenza che il collo dell’animale viene
“strangolato”.
È diffuso malvezzo
utilizzare i collari in questo modo, così se il cane tira o strattona viene
strozzato, subendo disagio o dolore o sensazione di soffocamento, lo scopo è di
farlo smettere di tirare. Non succederà.
I danni del collare a strangolo
Riferimenti bibliografici:
1.Hallgreen A., 1992 "
Spinal anomalies in dogs" ABCN 9 (3), 3-4
2. Miles,S. 1991 "Trainers and chokers. How dog trainers affect
behaviour problems in dogs" Veterinary Clinics of North America:Small
Animal Practice - Vol.21 n.2 March
2. Miles,S. 1991 "Trainers and chokers. How dog trainers affect
behaviour problems in dogs" Veterinary Clinics of North America:Small
Animal Practice - Vol.21 n.2 March
I collari posizionati a strozzo sono stati usati sui cani per molti
anni; sono così comuni che solo poche persone riflettono bene prima di usarli.
Potrebbero forse diventare meno comuni se la gente fosse
consapevole del fatto che questi (oltre ad essere strumenti d’addestramento
inefficaci) sono la causa di molti problemi fisici fra cui:
- Lesioni
ai vasi sanguigni dell’occhio
- Danni
a trachea ed esofago
- Gravi traumatismi della colonna cervicale
- Svenimenti
- Paralisi
temporanea delle zampe anteriori
- Paralisi
del nervo laringeo
- Atassia
degli arti posteriori
L’analisi dei danni causati dal collare a strozzo ha mostrato che
alcuni cani presentavano una dislocazione vertebrale mentre altri avevano subito
danni permanenti ai nervi. Ancora, una condizione chiamata sindrome di Horner,
talvolta causata da traumatismi del collo, provoca disturbi agli occhi e paresi facciale.
I difensori del collare a strozzo spesso ne consigliano l’uso sui
cani fin da giovane età. Al contrario proprio sugli animali giovani vi è un
maggior rischio di lesioni gravi e permanenti.
Si dimostra pertanto che tale metodica si rivela non solo
controindicata ai fini dell’educazione del cane, ma concretamente pericolosa.
Ci sono molti addestratori che possono mostrare metodi più efficaci e sicuri, metodi che non
richiedono l’uso di forza o che non hanno il potenziale di causare dolore o
danni fisici.
“Niente è peggio del rispetto basato sulla paura” (J.P.
Sartre)
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