sabato 4 maggio 2013

Perché la pettorina



"Perché è meglio la pettorina" di Roberto Marchesini

Il guinzaglio è uno strumento di sicurezza prima di tutto per il cane e soprattutto all'interno della città o in vicinanza di strade, perché basta veramente un attimo e il cane rischia di essere coinvolto in un incidente mettendo a rischio la propria vita e quella altrui. Molti cani che vivono in appartamento e sono poco abituati a cavarsela da soli sulla strada, insomma che non hanno quella competenza che spesso ritroviamo nei cani di quartiere, rischiano molto perché attratti dagli stimoli esterni (un gatto, del cibo, un altro cane) rispondono in modo impulsivo senza considerare la presenza di mezzi che sopraggiungono o altri pericoli.
Il guinzaglio è perciò una cintura di sicurezza che dovrebbe entrare in tensione solo quando accidentalmente accade un imprevisto, esattamente come quando in auto siamo costretti a frenare di scatto. Il cane d'altro canto sogna la sua passeggiata quotidiana, che non significa affatto per lui avere l'occasione di espletare i bisogni, bensì partire all'avventura insieme al suo gruppo e utilizzare semmai l'urina per comunicare col mondo. La passeggiata è un momento magico, carico di aspettative, un po' come quando da bambini ci portavano nei negozi di giocattoli: era difficile stare calmi e non correre da una parte all'altra. Questo è il motivo principale che porta il cane a tirare al guinzaglio, l'eccitazione e non la dominanza, soprattutto se si esce poche volte al giorno e per poco tempo.
D'altro canto tirare il guinzaglio crea difficoltà nella persona e diventa motivo di conflittualità nella relazione, oltre che creare disagio nel cane. Per questo è indispensabile lavorare sulla passeggiata in senso educativo; si tratta di un ambito pedagogico a tutti gli effetti, come imparare a riportare un giocattolo o saper attendere tranquilli. Il tirare al guinzaglio non dipende perciò dagli strumenti - la struttura del guinzaglio o l'imbragatura a cui il guinzaglio si aggancia, sia essa un collare o una pettorina - ma dal modo in cui il cane vive la passeggiata, dal carico di eccitazione che lo prende e per converso dalle scarse conoscenze in fatto di come si deve esprimere il passeggiare insieme.
Se è vero che il tirare al guinzaglio non dipende in modo diretto dalla relazione bensì è il frutto della concomitanza di tanta eccitazione e poca conoscenza, è altresì vero che attraverso la relazione e, oserei dire, solo grazie e in seno alla relazione è possibile superare il problema del tirare al guinzaglio. Occorre innanzitutto spazzar via i pregiudizi che affidano agli strumenti il compito di insegnare: lo strumento può affiancare o tamponare ma il vero farmaco è l'intervento sulla relazione. E' indispensabile intervenire su diversi fronti: 1) aumentare l'accreditamento del conduttore umano, facendo capire che vicino a lui accadono cose piacevoli e quindi è meglio stare affiancati, e parimenti abituare il cane a seguire, attraverso esercizi come i cambi di direzione; 2) lavorare sulla calma e sugli autocontrolli in modo da accrescere le conoscenze e ammortizzare l'eccitazione, aumentando altresì la frequenza delle passeggiate e trasformandole in momenti di relazione con la persona.
Se non è un'utopia arrivare a un perfetto affiancamento di cane e persona ove in passeggiata il guinzaglio non è mai in tensione, è pur vero che in quanto cintura di sicurezza il guinzaglio può di colpo andare in tensione perché sopraggiunge un pericolo o un imprevisto. E allora mi chiedo: agganceremmo mai una cintura di sicurezza al collo? Il collo è una regione molto delicata poiché: a) si regge sulle vertebre cervicali, già sollecitate dai muscoli del treno anteriore e dalla testa, e non a caso sede delle più frequenti infiammazioni; b) è sede di alcuni tra i più importanti plessi circolatori, con ripercussioni non solo locali ma altresì sulla frequenza cardio-respiratoria; c) ospita tanto gli organi respiratori quanto quelli dell'alimentazione, nonché la ghiandola tiroidea.
Molti che a ragione non amavano mettere il collare al cane per i motivi suesposti hanno trovato nella pettorina una soluzione ideale. Il cane con la pettorina non è costretto a subire strattoni nella delicata zona del collo. Legare la cintura di sicurezza in una zona neutra capace di ripartire le tensioni su tutto il corpo senza focalizzarle sulla parte più delicata è una soluzione che peraltro l'essere umano utilizza tutte le volte che deve fare un'imbragatura per sé. Non si è mai visto che l'uomo scarichi una tensione sul collo, sempre che non si abbia l'intenzione di impiccare il malcapitato. Come noi e come tutti i vertebrati un numero consistente di muscoli si attacca proprio nella zona cervicale pertanto è buona norma non sollecitare la parte per non arrecare infiammazioni e dolore.
Un altro fondamentale aspetto da tenere in grande considerazione è il capitolo della comunicazione. Il cane comunica attraverso determinate posture che indicano ai suoi simili il suo stato interno (emozioni e motivazioni) e le sue intenzioni. Esiste poi un complesso galateo di incontro, scritto nell'identità del cane, che prevede che il cane abbassi la testa e la volga da una parte, allarghi la traiettoria avvicinandosi a un altro cane. Un cane attaccato a un collare, se il guinzaglio entra in tensione, non può assumere le posture che gli sono necessarie per trasmettere un messaggio a un altro cane e rischia di andare incontro a spiacevoli incomprensioni o liti proprio a causa della postura sbagliata. Anche la comunicazione con gli esseri umani è inibita e si rischia appunto di far provare al cane disagio e stress che potrebbero poi sfociare in vere e proprie fobie nei confronti delle persone.
Basta una pettorina e un guinzaglio lungo e un cane può abbassare la testa, annusare, curvare, mettersi a fianco del suo accompagnatore se un passante, un altro cane o un rumore improvviso lo spaventano e riprendere con calma la passeggiata. Uno strattone dato al cane con il collare perché si pensa di insegnargli qualcosa verra' percepito da lui comunque come una minaccia in quanto avviene in un'area particolare, quella del collo, deputata agli scontri più cruenti. Ma ripetiamo: serve davvero minacciare e strattonare un cane per farsi una passeggiata insieme? No davvero. Ci sono molti modi per camminare insieme nel mondo. Un educatore cinofilo preparato non ha bisogno di strumenti coercitivi e obsoleti per evitare che il cane tiri al guinzaglio. La base è il piacere di stare insieme e di camminare vicini e non una specie di marcia militare fine a se stessa.

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